Visionary Days: dal lockdown alla ripartenza, perché il futuro è oggi

Visionary Days: un grande evento, ma soprattutto una community, in cui i giovani si sono ritrovati sabato 13 giugno sulla piattaforma Zoom, in collegamento con il Talent Garden di Roma, per confrontarsi sui temi cruciali del futuro, un tempo che è già iniziato. Il team dei Visionary Days, “QualeFuturo” è nato dalla collaborazione con il Ministero per le Politiche Giovanili e lo Sport e l’istituto di ricerca IPSOS.
Sono quanto mai attuali le parole di Giovanni Paolo II, Papa Wojtyla: «Giovani, non abbiate paura». In effetti la maratona digitale dei Visionary Days, è stata il fulcro di questo messaggio. I giovani italiani non hanno mai smesso di credere nel loro talento e nel loro Paese. Fuori dagli incomprensibili schemi inerenti il colore della pelle, la cultura e le tradizioni differenti, che ogni essere umano può avere.
“Quale Futuro” ha spalancato le porte della bellezza, dell’estetica del linguaggio, del confronto, e di una comunicazione aperta all’ascolto. Attualmente le esigenze dei giovani sono mirate, le nuove generazioni desiderano credere che il futuro sia oggi, e non domani. I giovani abbracciano i progetti che hanno concretezza e visione, non vogliono essere spettatori ma protagonisti nel mondo del lavoro, e di una società troppo spesso liquida, dove costruire relazioni di valore è difficile, ma non impossibile.
I giovani hanno nel loro DNA i principi dell’Europa, sono portatori sani di scambi interculturali, tra Italia, la Francia, la Germania, la Polonia, la Grecia, l’Austria, l’Olanda, il Portogallo e di tutti i Paesi che appartengono all’UE. I giovani sostengono in modo assoluto la mobilità europea e tutti i progetti di respiro internazionale che possono dare loro crescita e consapevolezza. Mirano ad avere la spina dorsale dritta, con una mentalità aperta, dunque sono insiti alla globalizzazione. Distanti dai circuiti di un nazionalismo esasperato di cui francamente non se ne può più.
Chi dirige questi processi di sviluppo è la politica, quindi la scienza e la tecnica, come teoria e prassi, che ha per oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione di uno Stato e la direzione della vita pubblica. Soffermiamoci su quest’ultimo punto, la direzione della vita pubblica. I giovani aspirano ad avere delle direzioni vincenti, che portano a risultati corretti: in matematica 1 più 1 fa 2. Ma in politica? I “ragazzi” non possono permettersi di avere il dubbio del risultato, ma la sicurezza che anche all’interno delle stanze del Palazzo, la somma di 1+1 sia 2. Questo è sostanzialmente l’appello che i partecipanti a “Quale Futuro”, hanno “lanciato” al Ministro delle Politiche Giovanili e dello Sport, Vincenzo Spadafora. Al quale bisogna riconoscere in modo oggettivo di avere una costante e proficua attenzione alle generazioni Z e Millennials. I giovani ogni giorno cercano di emergere con sacrifici e forza di volontà da una “giungla” chiamata società, per avere il corretto respiro e il giusto battito cardiaco, così da poter splendere.
L’emergenza sanitaria ci ha mostrato come alcune sfide possono sembrare insormontabili ma proprio durante le difficoltà non dobbiamo smettere di credere in noi stessi, nella nostra forza, nei nostri desideri #piudiprima pic.twitter.com/kaAKa3Uppn
— Dipartimento Politiche Giovanili e Servizio Civile (@pcm_giovani_scu) June 18, 2020
E non posso non citare Domenico De Maio, Direttore dell’Agenzia Nazionale Giovani, il quale ogni giorno si adopera con costanza e passione per vincere la partita più difficile, far realizzare i giovani. Avvocato e musicista napoletano, De Maio attraverso la musica ha fatto animazione socio-culturale con gli adolescenti dei quartieri ad alto rischio di devianza minorile di Napoli, conducendo anche un programma di recupero dei minori a rischio nell’Istituto Penale per minorenni di Nisida. Ha ricoperto incarichi presso l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali e l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Roma Capitale Assessorato alla Persona Scuola e Comunità Solidale di Roma Capitale. L’Agenzia Nazionale per i Giovani è un ente governativo, vigilato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalla Commissione Europea, che ha i seguenti scopi:
- Promozione della cittadinanza attiva dei giovani, e in particolare la loro cittadinanza europea;
- Sviluppo della solidarietà e della tolleranza fra i giovani per rafforzare la coesione sociale;
- Favorire la conoscenza, la comprensione e l’integrazione culturale tra i giovani di Paesi diversi;
- Contribuire allo sviluppo della qualità dei sistemi di sostegno alle attività dei giovani ed allo sviluppo della capacità delle organizzazioni della società civile nel settore della gioventù;
- Innescare la cooperazione nel settore della gioventù a livello locale, nazionale ed europeo.
Abbiamo pubblicato il formulario per presentare progetti per il bando “ANG inRadio #PIUDIPRIMA”. Quest’anno è tutto online! Lo potete consultare qui. https://t.co/QGIPy18WNC #radio #giovani
— Agenzia Giovani (@AgenziaGiovani) June 19, 2020
Chi scrive è nato a Taranto, una città meravigliosa ma difficile, per molti aspetti simile alla bellissima Napoli. Già, il nostro caro sud… dove ancora l’alta velocità, e non mi riferisco ai treni, ma alla rete, stenta ad esserci in modo completo. Già, i giovani del sud che abitano nelle città del nord…
Le tematiche dell’evento
I Visionary Days sono stati una maratona web, in cui 400 giovani hanno lavorato in gruppo a un brainstorming digitale su quattro keywords:
- Pianeta
- Partecipazione
- Incontro
- Percorsi
Quali concetti sono emersi dai tavoli partecipativi?
A) Per un pianeta su cui abitiamo tutti, tutti devono impegnarsi. Siamo al momento della ripartenza dopo il blocco imposto dal virus e con esso è arrivata forte anche la voce di chi chiede uno nuovo sforzo per la tutela del Pianeta. Uno sforzo non solo della società o delle aziende ma da parte della politica, a tutti i livelli. Da questo punto di vista le idee emerse durante la sessione sono molte. Quella più frequente è stata quella di introdurre nelle scuole la tutela dell’ambiente come una materia a sé stante, per insegnare sin dai primi anni di scuola le responsabilità che abbiamo verso il pianeta. Molto sentito è stato anche il tema dello smart working, vissuto in questi mesi come un’esperienza estremamente positiva, in particolare per la possibilità di ridurre le emissioni inquinanti potenziando la possibilità di lavorare da casa. Un altro argomento di cui si è dibattuto a lungo è stato quello del rapporto tra inquinamento e industria, con discussioni sulla tassazione delle aziende più inquinanti, la perdita dei posti di lavoro e sui modi per rendere sostenibile il nostro modello di sviluppo. Le proposte sul piatto non mancano e la disponibilità della società ad attraversare cambiamenti radicali non è mai stata così alta: ora è il momento di agire.
B) La partecipazione è un diritto e un dovere del cittadino. Ma scegliere di non partecipare attivamente alla vita sociale e politica – per quanto possibile – è a sua volta una scelta. La formazione riveste un ruolo fondamentale. L’educazione civica e la sua valorizzazione, oltre a fornire elementi di orientamento di base, possono essere chiavi per creare e riformare una coscienza civica condivisa sulla cosa pubblica. Oltre alla formazione, la creazione di occasioni di confronto attivo con risultati effettivi e misurabili è un qualcosa da spingere quanto più possibile, sia promuovendo e sostenendo iniziative dal basso, sia organizzando occasioni più istituzionali. Ancora una volta, la restituzione di risultati concreti e misurabili è una condizione necessaria. La partecipazione del singolo cittadino deve essere però basata su una sicurezza informativa. Emerge il tema dell’infosfera, dei suoi meccanismi e della sua pulizia: diffusione e possibile gratuità di Internet, fake news e approfondimenti via social, necessità di potenziarne il confronto digitale con nuove piattaforme rappresentative.
C) Durante la quarantena abbiamo vissuto di libri, serie e film. Ora, però, è chiaro che il settore culturale è in pericolo. Non solo per chi ne vorrebbe fruire, ma anche per chi ci lavora. A partire dalla tutela normativa degli artisti, bisogna inventare nuovi modi per dare spazio alla cultura. E allora emerge il desiderio di dare nuovo valore, perché li sentiamo più nostri, a piazze, parchi e musei, dove generare grandi eventi o ripensare il concetto di palestra. Ma c’è anche voglia di immaginare nuovi dispositivi per fruire dell’arte, per le strade e nelle case. Ma l’incontro, nel nostro Paese, non è solo con l’arte ma anche tra i giovani.Dai confronti risulta un rinnovato desiderio di spostamento e conoscenza, spiccano proposte di gemellaggio tra città dentro i nostri confini. E per questo si sente la necessità di ripensare anche il mondo del turismo, non solo in estate. Questo genere di riflessione si allarga a quella sul ruolo del digitale nel terzo settore. Dalla democratizzazione dell’accesso al web alla creazione di abbonamenti speciali di contenuto artistico.
D) La questione economica, ossia il tema della retribuzione, rimane sullo sfondo richiamando il più ampio tema del lavoro in Italia.Scuola e lavoro erano temi centrali per il nostro paese anche prima di questa emergenza. Ora è necessario ripensare questi aspetti fondamentali della nostra vita, considerando che in pochi mesi si è manifestata un’accelerazione di anni. Alcuni mestieri scompaiono a favore di nuovi percorsi. La digitalizzazione si fa capillare, mentre la scuola fatica a fornire i mezzi che erano necessari ben prima di questa rivoluzione. Emerge la necessità di creare spazi di congiunzione tra scuola e lavoro: se non è possibile cambiare i contenuti dei corsi scolastici, aggiornandoli in un’ottica più professionalizzante, allora bisogna creare spazi in cui prendere consapevolezza ed essere avviati al mondo del lavoro.
L’investimento economico da parte delle istituzioni pubbliche risulta necessario su più fronti. Uno di questi è anche quello privato: per lo studente e il lavoratore non è scontato poter avere in casa gli strumenti giusti. Tra sgravi fiscali e incentivi, lo Stato dovrebbe aiutare la nascita delle realtà lavorative dei giovani in Italia. Forse così, allentando la morsa burocratica, si può cercare di contrastare la fuga di cervelli dal nostro Paese. Un tema che ci riporta da principio, ossia agli investimenti sulla scuola.
Ma il momento più emozionante e illuminante della giornata è stato certamente quello che si è vissuto con il collegamento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, le sue parole sono la pietra miliare per una ripartenza efficace, senza precedenti.
Avanti Europa, avanti Italia, avanti giovani…

Giornalista e professionista della comunicazione digitale. Ottimizzo in ottica SEO articoli e contenuti per siti aziendali, testate giornalistiche e blog. Sono esperto di Social Media Management, Content Marketing e Digital PR. La formazione continua mi permette di attuare strategie al passo con l’innovazione.